Itinerario Storico

Un viaggio nelle origini del borgo

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Roccamontepiano, le cui origini risalgono al periodo compreso tra la fine dell’VIII e l’inizio del IX secolo, si presenta oggi in modo singolare rispetto ai tanti paesi vicini. È privo, infatti, di un agglomerato centrale e la popolazione risulta distribuita in un vasto territorio in tante piccole contrade distanti tra loro. Questa sua peculiarità è conseguenza di un evento catastrofico che lo sconvolse il 24 giugno 1765, quando un movimento franoso distrusse totalmente l’intero abitato che sorgeva in località oggi chiamata Grava, determinando la morte di circa 600 persone su un totale di 2.000 abitanti. Il paese allora era cinto di mura, raggruppato attorno all’imponente castello dei Colonna e addossato alla rupe di Montepiano, che garantiva agli abitanti sicurezza difensiva e l’acqua, indispensabile fonte di vita. Chiamato inizialmente Castiglione, a partire dal XIII secolo l’abitato derivò il nome di Roccamontepiano proprio dalla rupe. Negli anni successivi alla catastrofe, purtroppo, la ricostruzione del paese non avvenne nell’unico sito sicuro indicato dall’esperto Michele Clerici (Terranova) e approvato sia dalla Regia Udienza di Chieti che dal Governo centrale di Napoli. Prevalsero, in realtà, i particolarismi degli abitanti del posto che ritennero opportuno ricostruire l’abitazione a propria discrezione, dove magari avevano un pezzo di terreno, dove faceva loro più comodo, dimenticando in breve tempo i pericoli che potevano derivare dalla natura dei luoghi. 

Se questa è, dunque, l’origine di Roccamontepiano, l’itinerario turistico religioso che proponiamo rappresenta un ritorno al passato alla ricerca di ciò che è riuscito a sopravvivere a quel catastrofico evento. Raggiungere i punti di tale itinerario è come fare idealmente una passeggiata intorno alle mura del distrutto abitato che si apriva al territorio circostante con le sue tre porte: Porta S. Antonio (ovest), Porta di Castiglione (nord) e Porta del Renaro o Porta Nuova (est). Visitare questi antichi luoghi di culto offrirà al visitatore la possibilità di ammirare un paesaggio naturale incontaminato e lo avvicinerà a quella forte spiritualità religiosa che ha sempre caratterizzato la vita degli abitanti dell’intero versante orientale della Maiella.

 

1. Fontana e grotta di S. Rocco

La monumentale fontana, dedicata al Santo, è di recente costruzione, ma era una realtà già prima della distruzione del paese, ubicata al di fuori della Porta di Castiglione. Le sue origini risalgono però ancora più indietro nel tempo ed affondano le radici nelle tradizione legata al culto di S. Rocco, secondo la quale nel secolo XIV il Santo si sarebbe fermato in queste contrade vivendo nella grotta e rendendo miracolosa l’acqua che sgorgava purissima dalla sorgente al suo interno.

 

2. Piazzale del Belvedere

A breve distanza dalla fontana e dalla grotta, nel luogo dell’attuale piazzale, si incontrava la vecchia chiesa di S. Rocco, una delle tre esistenti fuori dalle mura di Roccamontepiano. Edificata verso la metà del Seicento con le offerte dei devoti al Santo miracoloso, essa era sicuramente completata nel 1671 e sede di una Cappellania, come attestato dai verbali delle Visite Pastorali del Vescovo Teatino, Mons. Radulovich. Sopravvissuta alla frana del 1765, ma gravemente lesionata e pericolante, fu abbandonata per circa un secolo per essere ricostruita a tre piccole navate tra il 1840 e il 1850. A lungo meta di tanti pellegrini, poco dopo il 1950 fu inopinatamente abbattuta per realizzare l’attuale nuova chiesa di S. Rocco.

 

3. Monastero Celestiniano di S. Pietro

Poco a valle della vecchia chiesa di S. Rocco, il monastero affonda le sue radici nei secoli dell’alto Medioevo. Nato come Ospedale per ospitare i viandanti del vicino tratturo, si trasformò nel tempo in Monastero di S. Pietro, dove Celestino V istituì una sua comunità monastica. Unico esempio in Abruzzo di badia fortificata o badia castello, a partire dalla metà del XIII secolo il monastero fu concesso alla marchesa Tommasa di Homburg, figlia del Conte di Manoppello Gualtiero da Paleara per insediarvi un convento di suore dell’Ordine delle Clarisse di S. Damiano, che sarà chiuso nel 1501 restando da quel momento completamente abbandonato.

 

4. Nuova Chiesa di S. Rocco

La sua costruzione fu completata a dicembre del 1953, ma l’inaugurazione avvenne il 16 agosto 1954, proprio nel giorno della festività del Santo.

 

5. Convento di S. Francesco Caracciolo

Partendo dalla nuova Chiesa di S. Rocco e passando nei pressi del luogo dove sorgeva la Chiesa extra moenia di Madonna della Neve, attraverso un ripido percorso, noto col nome di Calvario, si raggiunge il Convento appartenente dal 1942 ai Chierici Regolari Minori. Fondato dai Frati Minori Osservanti all’inizio del XV secolo, soppresso nel primo decennio postunitario (1964-65) e poi abbandonato, ha ospitato i Monaci della Penitenza fino al 1935.

 

6. Parco della Grava

Luogo in cui sorgeva l’abitato distrutto il 24 giugno 1765.

 

7. Chiesa della Madonna delle Grazie

Dal convento di S. Francesco Caracciolo, attraverso un sentiero passante per la Grava, si raggiunge questa chiesa extra moenia, la cui costruzione era completata nel 1586. Edificata per volontà del notaio, Ferdinando Gasbarrino, a gennaio del 1618 assunse il nome di Chiesa della Madonna delle Grazie o S. Croce, ospitando nei suoi locali i monaci di un altro monastero di Roccamontepiano, quello di S. Croce. Sopravvissuta alla frana, dal 1766 al settembre del 1772 essa fu sede della Parrocchia di S. Maria de Lapide, unica in Roccamontepiano.

 

8. Terranova, sede indicata per la ricostruzione

In tale località già a settembre 1772 si inaugurava la nuova Chiesa Parrocchiale di S. Maria de Lapide (vedere apposito pannello in Terranova) mentre nel corso del 1775 era pronta anche la casa Comunale che ospiterà il Municipio di Roccamontepiano fino al 1927, quando tornerà in località S. Rocco, in prossimità della sede attuale.

 

9. Tomba di giovane pellegrino in S. Angelo (XI-XV)

Rinvenuta casualmente nel 2011, la tomba è la testimonianza di un’area permeata di profonda religiosità fin dal Medioevo.

Aggiornato il 19/06/2015 alle 12:12
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