Tradizioni Enogastronomiche

Sapori e profumi dei prodotti tipici

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Il Vino Cotto

Prodotto tipico del territorio abruzzese, è noto come uno dei prodotti agroalimentari tradizionali italiani riconosciuti dal Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, grazie al Movimento AICS, che ha scelto Roccamontepiano come sede operativa per la lunga e secolare tradizione, tramandata nelle varie località e contrade del paese: Pomaro, Giancola, Reginaldo, Moreto, Via del Mulino, Terranova, S. Angelo. 

A Roccamontepiano è in atto un lavoro di caratterizzazione di questo prodotto e qui è stato fondato il Consorzio Volontario Associazione Produttori Vino Cotto d’Abruzzo, che ogni anno organizza un concorso con una serie di manifestazioni ad esso collegate.

Dal 2001 il Comune di Roccamontepiano e l'Associazione Produttori Vino Cotto d'Abruzzo organizzano a Roccamontepiano, di solito durante il secondo fine settimana di novembre “La Festa del Vino Cotto e delle Castagne - Percorsi Enogastronomici dei Sapori D'autunno”.

La festa si svolge in piazza Terranova, presso il PalaTerranova, in ambiente riscaldato, e propone degustazione di castagne - vino cotto  e prodotti tipici della gastronomia abruzzese con musica dal vivo.

 

Caratteristiche e qualità del vino cotto

Definito il vino della convivialità e dell’ospitalità e consumato normalmente come vino da dessert, il prodotto presenta una gradazione alcolica variabile secondo la tecnica di produzione e il periodo d'invecchiamento. Può risultare secco o dolce per la presenza di residuo zuccherino, ma ha sempre un retrogusto asciutto e sapido. Sono caratteristici il colore, che varia dal rosso ambrato al rosso granato, e l'odore intenso.

 

Vinificazione

Da sempre a Roccamontepiano, ma a Pomaro in modo particolare, il vino cotto, specie quello di lungo invecchiamento, viene preparato nelle annate climaticamente più favorevoli con le uve migliori, del solo Montepulciano d’Abruzzo, accuratamente selezionate al momento della vendemmia. Dopo la pigiatura il mosto viene versato in un grande paiolo di rame (lu callare), sistemato in una fornacella costruita per l’occasione presso la cantina. Ed è massima l’attenzione perché il paiolo non subisca ammaccature, perché, acquistato di regola dai ramai di Guardiagrele, esso viene conservato accuratamente nelle varie case contadine e spesso tramandato di generazione in generazione. 

Assicuratosi, poi, di non aver dimenticato di mettere nel paiolo dei cocci di un piatto di Rapino, si procede all’accensione del fuoco, che deve essere di legna compatta e resistente, preferibilmente di quercia o ulivo, come raccomandato dagli anziani, necessariamente custodi più fedeli e affidabili di tale antica tradizione. Per poter ridurre il mosto almeno dell’80%, i tempi di cottura possono variare dalle 6 alle 10 ore a seconda delle annate o della qualità zuccherina delle uve. 

Nella prima fase della cottura (30%) viene fatta la schiumatura; nella seconda fase (successivo 20%), valutando la concentrazione e il colore del mosto in cottura, si decide l’entità della svacata, cioè la quantità di acini interi scelti da aggiungere nel paiolo.  Dopo la riduzione di un altro 20% normalmente si procede al prelievo di un paio di litri di mosto cotto da usare nella preparazione dei tradizionali dolci natalizi (caviciùne e pizzelle) e nella cucina in genere. 

Dopo una ulteriore riduzione del 10-15% la cotta è pronta e viene subito versata nel mosto crudo che attende nella botte. Se è stato ridotto un ettolitro di mosto a 15-20 litri, questa quantità verrà versata in una botte da un ettolitro contenente cento litri di mosto crudo. 

A questo punto bisognerà attendere il mese di luglio successivo per guardare e assaporare con cura quel vino per vedere se risponde ai requisiti richiesti dalla tradizione. Se la valutazione risulterà positiva, avrà inizio il lungo processo di invecchiamento. Fino a 10 anni sarà considerato vino cotto nuovo, perché l’invecchiamento può essere portato anche ai 20, 30 anni e oltre.

 

Dolci Tipici

Come già accennato precedentemente il vino cotto viene impiegato anche nella preparazione di dolci tipici della tradizione abruzzese. Nel periodo natalizio si realizzano li caviciùne, fagottini ripieni di marmellata d’uva, mosto cotto, mandorle e noci. Molti sono i prodotti enogastronomici che sfruttano le produzioni locali come il Torrone di Fichi e Noci, dove si utilizzano i fichi raccolti in agosto e poi fatti essiccare al sole. Per preparare questa specialità bisogna rispettare un tradizionale metodo tramandato da generazione in generazione e che ricorda molto la preparazione delle lonze. Con l’uva nera prodotta a Roccamontepiano si realizza un’ottima marmellata (scrucchiata) che molto spesso viene usata per farcire le Neole (o Pizzelle) tipiche cialde dolci dalla forma particolare, cotti con i caratteristici ferri personalizzati con le iniziali della famiglia.

 

Gastronomia

In un’area montana sono sempre le carni a rendere la tavola molto ricca. Qui non mancano mai l’agnello arrosto e il coniglio sotto il coppo, tutti rigorosamente allevati dai contadini locali. Il maiale è uno degli animali più allevati; viene sacrificato per la tavola tra dicembre e gennaio e in quell’occasione si prepara il Cif e Ciaf: piccole parti di costatine e pancetta cucinate col vino bianco e peperone secco dolce. 

Visitando una qualsiasi casa roccolana di domenica mattina possiamo osservare una mamma o una nonna intente nella preparazione delle Pittilune (o Taccune) tipiche sfoglie di pasta che poi vengono tagliate a forma di triangolo e condite con il classico sugo di pomodoro.

Da qualche anno i roccolani hanno riscoperto il Luppolo (Humulus lupulus), pianta spontanea tipica dei luoghi umidi vicini al corso del fiume Alento, molto usata in erboristeria ma ottima anche per condire primi come la pasta o minestre e secondi come frittate, ecc. Altra pianta spontanea è la Borragine, le cui foglie vengono fritte con una pastella di acqua e farina, oppure cucinate al sugo come condimento.

 

Il paesaggio roccolano è ricco di uliveti e l’olio prodotto ha la denominazione di Olio Extravergine Colline Teatine, le qualità sono il Gentile, il Leccino, il Nebbio e il Moraiolo.

Aggiornato il 16/06/2015 alle 12:12
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